Concludiamo la trattazione delle obbligazioni convertibili con un articolo riassuntivo sui vantaggi e svantaggi che questa tipologia di strumento finanziario ha sia per gli investitori sia per gli emittenti
Analizzati gli aspetti tecnici e regolamentari delle obbligazioni covertibili, cerchiamo di sintetizzare le nostre osservazioni in modo da avere un quadro completo sui pregi e difetti di queste attività finanziarie. Di seguito, esporremo, seperatamente per investitori ed emittenti, vantaggi e svantaggi dello strumento in oggetto.
Iniziamo le nostre considerazioni osservando la posizione del sottoscrittore delle obbligazioni convertibili.
Per quanto riguarda i vantaggi, essi sono essenzialmente collegati al fatto di poter entrare in un investimento azionario sopportando però un rischio minore: il rischio dell’investimento in convertibili è infatti inferiore all’acquisto diretto dell’azione di compendio. Questo si deve alla struttura ibrida della convertibile, in cui la parte obbligazionaria funziona da cuscinetto di protezione in caso di pesante calo della quotazione dell’azione sottostante e, contemporaneamente, permette di approfittare delle fasi rialziste, naturalmente a condizione che il corso dell’azione si ponga al di sopra del prezzo di conversione. In tali condizioni, inoltre, il sottoscrittore può sia esercitare il diritto di conversione sia cedere la convertibile. Infine, si ricordi che le obbligazioni convertibili sono comunque debiti e il loro rimborso è prioritario rispetto a quello del capitale azionario in caso di fallimento.
Per quanto riguarda invece gli svantaggi, essi riguardano in particolare il caso in cui il mercato azionario e quello obbligazionario siano contemporaneamente al ribasso; infatti, il titolare si trova a possedere un diritto di conversione che non è conveniente esercitare e un’obbligazione con un rendimento inferiore a quelli offerti da analoghi titoli obbligazionari ordinari.
Passiamo poi all’analisi della posizione dell’emittente.
Vi è una concorde opinione nel ritenere che, tra i vantaggi, il principale sia la possibilità di ridurre il costo del capitale della società. Questo fattore ha una duplice valenza: in primo luogo, la società, emettendo obbligazioni convertibili, si finanzia a un costo inferiore rispetto a quello che dovrebbe affrontare emettendo nuove azioni, perché l’emissione di nuove azioni generalmente avviene a prezzi più bassi di quelli di mercato, mentre il prestito convertibile può essere collocato stabilendo un prezzo di esercizio prossimo a quello di mercato; in secondo luogo, l’obbligazione convertibile consente di ridurre gli interessi pagati sul debito rispetto alle obbligazioni ordinarie, poiché una parte di essi è costituita dal diritto di conversione ceduto.
Da non dimenticare poi che, ipotizzando il procedimento indiretto, la società emittente le azioni può acquisire mezzi finanziari a un tasso inferiore a quello che dovrebbe pagare nel caso di emissione diretta delle obbligazioni convertibili, poiché paga un tasso di interesse pari al costo del denaro preso in prestito da un intermediario creditizio.
Passando agli svantaggi, rileviamo che i grossi pericoli si presentano soprattutto nei casi di forti variazioni del prezzo delle azioni rispetto al prezzo di conversione; infatti, se il prezzo di mercato dovesse salire notevolmente sopra il prezzo di esercizio (prezzo della convenversione), allora il diritto di conversione ha più valore e l’impresa avrebbe potuto incassare di più se avesse aspettato a emettere le obbligazioni.