Dopo un tentativo di rimbalzo all’apertura, sulla Borsa hanno ripreso a pesare i timori legati ai mutui americani subprime (a rischio di insolvenza) e il mercato ha virato nuovamente in negativo. Come già affermato, in quanto l’economia reale procede spedita non ci sembra possibile un crollo delle borse: questa correzione appare una buona opportunità di acquisto.
Riprendiamo il discorso di pochi giorni fa sui derivati, tra gli strumenti più in voga ai tempi della bolla di Internet, i Covered Warrant. Tali congegni vivono su un meccanismo piuttosto pericoloso, e sarebbe meglio lasciarli ai professionisti. Hanno un effetto leva più o meno elevato che consente di moltiplicare i guadagni ( ma anche le perdite).
I Covered Warrant si dividono in due categorie: i Call e i Put. I primi sono rialzisti, e il loro valore sale quando si impenna il valore del titolo sottostante (ma in modo più accentuato per l’effetto leva). Sicché se il titolo sottostante sale ad esempio del 1%, il Covered Warrant può salire anche del 4 o 5 %. I put sono ribassisti e vanno all’incontrario, ossia salgono quando il sottostante scende e viceversa.
In teoria servono per guadagnare quando la borsa va male. Va ricordato che i Covered Warrant hanno una scadenza temporale, e indipendentemente dall’andamaneto della Borsa, perdono un po’ del loro valore man mano che si avvicina tale deadline. Chi li acquista fa bene a scegliere quelli più liquidi, ossia che fanno quotidianamente un elevato numero di contratti, e con una base non molto lontana dalla quotazione del sottostante.