Uno tra gli indicatori più usato per valutare la volatilità del mercato è quello delle bande di Bollinger. Prima di studiare questo concetto, approfondiamo il concetto di volatilità. In pratica si parla di volatilità per indicare l’ampiezza e la facilità con la quale il trend si muove da una direzione verso l’altra. Maggiore è la volatilità del mercato e più difficile è aprire delle posizioni che siano quasi sicuramente nel verso della nostra decisione. Le bande di Bollinger si “fondono” con il concetto di volatilità perché quando le bande sono vicine tra di loro significa che il mercato è poco volatile, se invece sono lontante allora il mercato presenta una alta volatilità.
Per poter calcolare le Bande di Bollinger bisogna usare la media mobile a G giorni, solitamente se ne scelgono 20. Al valore della media mobile bisogna anche aggiungere e sottrare il valore della deviazione standard, moltiplicata per un fattore F, che solitamente è pari a 2.
La banca superiore è quella che si ha sommando al valore della media mobile quello della deviazione, mentre la banda inferiore è quella che si ha sottraendo dal valore della media mobile quello della deviazione.
A seconda dell’andamento delle due bande possiamo avere delle indicazioni circa la volatilità. Se infatti la distanza tra le due bande è alta, allora il mercato è molto volatile, mentre se c’è poca distanza la volatilità è bassa. Inoltre, se le bande sono divergenti, allora vuol dire che la volatilità sta aumentando. Al contrario, la volatilità diminuisce se le due bande sono convergenti.
Le bande di Bollinger danno un risultato migliore se le usiamo su un grafico con barre settimanali o addirittura mensili, se vogliamo fare trading di lungo periodo, oppure su timeline di 1 o di 5 minuti se vogliamo fare trading intraday.