Nella sua ultima analisi Mediobanca ha evidenziato il rendimento fondi comuni e Sicav italiani, prendendo in esame 972 strumenti di risparmio delle Società di Gestione più importanti.
Bassi rendimenti e alte commissioni.
Secondo il report, un patrimonio investito 30 anni fa in tutti i fondi esaminati, si è rivalutato di 2,9 volte, mentre se impiegato in BoT a 12 mesi l’aumento sarebbe stato di 4,9 volte il patrimonio stesso. Negli ultimi 15 anni i fondi hanno distrutto risorse finanziarie per 86 miliardi di euro, in 10 anni 7 miliardi, mentre negli ultimi 5 anni sono stati positivi, rispetto ai titoli di Stato, per 6 miliardi.
C’è da dire che il rendimento fondi comuni italiani analizzati è stato nel 2013 del 3,4%, grazie ai fondi azionari e bilanciati che hanno beneficiato del positivo andamento della Borsa italiana. Ma le perdite patrimoniali subite nell’anno della crisi del 2008 non sono ancora rientrate.
Un’altra nota precisa che le commissioni pagate dai clienti, già alte, sono ulteriormente aumentate, con punte massime per i fondi azionari.
Il rapporto di Mediobanca precisa, inoltre, che il patrimonio complessivo si attesta a 225 miliardi, ritornato ai livelli del 2010. Nel contesto mondiale l’Italia, che negli ultimi anni aveva perso delle posizioni, conserva il quattordicesimo posto dopo Stati Uniti, Australia, Francia, Brasile, Regno Unito, Canada, Giappone, Cina, Germania, Svizzera, Corea, Spagna e Svezia. Nella classifica non sono considerati Lussemburgo e Irlanda, che mantengono un regime fiscale particolarmente agevolato.
Il massimo storico del patrimonio dei fondi comuni di investimento italiani fu toccato nel 2004, con 376 miliardi, quando l’Italia era quarta dopo Stati Uniti, Francia e Australia.
Che dire? Nel lungo termine il rendimento fondi comuni risulta deludente e le commissioni versate dai risparmiatori alle banche sono alte.
Sembra, dunque, che l’industria del risparmio gestito sia legata quasi esclusivamente alle performance borsistiche, in quanto con i tassi di mercato così bassi non ha più senso investire in fondi comuni monetari o obbligazionari risk-free (privi di rischio). In alternativa è preferibile impiegare i risparmi in un conto di deposito, ma questa è un’altra storia.