Per il legislatore, i conti deposito sono veri e propri strumenti d’investimento. Quindi, non bisogna equiparare il prodotto conti deposito al prodotto conti correnti di corrispondenza, meglio conosciuti semplicemente come conti correnti (c/c).
Con il conto deposito si cerca di ottenere un certo margine di rendimento, attraverso il deposito di un importo, alle condizioni stabilite dalla banca.
Chi è in cerca di maggiori delucidazioni sull’argomento, può consultare la circolare n.15/E dell’Agenzia delle Entrate del 10 maggio 2013.
Quali tipi di conti deposito esistono in circolazione?
Il conto deposito, rispetto al conto corrente di corrispondenza, garantisce un maggiore tasso di interesse annuo sul capitale depositato.
Sostanzialmente, si tende a distinguere tra:
– Conto deposito libero
– Conto deposito vincolato: il tasso di interesse annuo è maggiore, rispetto al conto deposito libero, dato che si è tenuti a lasciare in giacenza il capitale, senza prelevarlo. Pur tuttavia, a determinate condizioni, le banche possono concederne lo smobilizzo anticipato
– Conto deposito a rendimento garantito: Si tratta, solitamente, di quei conti aperti anche per impieghi in attività di investimento sul mercato dei capitali o trading. Viene garantita una soglia minima di remunerazione. Nella maggiorparte dei casi, i conti deposito sono caratterizzati da un tasso d’interesse fisso per la durata della promozione (tasso di apertura) o per l’intera durata del rapporto (tasso a regime)
– Conto deposito a rendimento progressivo: E’ possibile ottenere, a determinate condizioni, un rendimento crescente, generalmente ciò si verifica quando si vincolano le somme per più anni. Il tasso di rendimento cresce per gli anni successivi.
– Conto deposito con capitalizzazione anticipata o posticipata degli interessi. Da ciò dipende la possibilità di prelevare, prima della scadenza dell’eventuale vincolo, immediatamente gli interessi, per poi eventualmente reinvestirli.
Inoltre, distinguiamo altre tipologie di conti deposito:
– Conto deposito per il trading: alcuni broker offrono l’apertura di un conto deposito per fare forex trading o per fare trading su obbligazioni, azioni ed altri titoli. Le commissioni variano in funzione di quanto stabilito dal broker e di alcune regole (ad es. per il forex viene stabilito che ci sono tot commissioni ogni tot pips, per gli altri titoli si ragiona in termini di taglio percentuale)
– Conto deposito intestato a privati o ad una società. La pertinenza del carico fiscale sui capital gains va in capo al soggetto-società che deve dichiarare al fisco il rendimento. Oppostamente per i privati, la banca agisce come sostituto d’imposta attraverso la ritenuta del 26% che basta ad assolvere l’obbligo in toto. Le società devono pagare, a titolo di acconto il 26%, e poi, all’atto della dichiarazione al fisco, si calcola, rispetto all’imposta sulle società, se è stato pagato in eccesso o in difetto.
Consigli per scegliere un conto deposito
1. La scelta del conto deposito vincolato è preferita rispetto al conto deposito libero, dato che garantisce un maggiore tasso di rendimento netto.
Solitamente, lo smobilizzo anticipato delle somme depositate comporta:
– L’applicazione di penali, se stabilito in contratto
– La rinuncia agli interessi maturati, oppure l’applicazione di un tasso base che è quello analogo applicato per un conto deposito libero
Esiste, però, un’utile escamotage utile per chi vuole cautelarsi da emergenze improvvise in cui si può avere bisogno urgentemente di liquidità.
Stabiliamo, più o meno, qual è la nostra disponibilità certa mese per mese e cerchiamo di prevedere quanto possa essere l’entità di sbilancio provvisorio. Pertanto, tenendo conto delle offerte promozionali, magari in funzione dell’importo depositato, possiamo aprire più conti deposito, suddividendoli in più tranches, a parità di remunerazione per ogni deposito.
Ciò non ci dovrebbe far aumentare le spese di gestione. Alcune banche prevedono tale possibilità già integrata in un unico conto deposito.
2. La diversificazione è sempre una regola da rispettare. Bisognerebbe evitare di depositare tutto su un unico conto, ma sceglierne di differenti tra i più convenienti.
Non bisogna solo fare una “diversificazione verticale” per tipologia di conto deposito ma anche una “diversificazione orizzontale”, nel caso in cui si faccia anche impiego dei fondi depositati in investimenti in titoli o forex trading o trading in azioni. Quindi, meglio evitare di scegliere attività su cui investire correlate o la stessa attività, a scanso di certezze probabilistiche di una certa consistenza, o propensione al rischio elevata.
3. Assicurarsi dei costi del conto deposito. Oltre all’imposta di bollo, obbligatoria ed attualmente progressiva sul denaro depositato, un conto deposito può prevedere altre commissioni e spese fisse a carico del risparmiatore, come ad esempio: costi operativi, di apertura, deposito, trasferimento e chiusura del conto, riducendo di fatto il rendimento netto.
In genere, a causa della forte concorrenza, molte banche non applicano altre commissioni o spese fisse, ma solo l’imposta di bollo.
4. Scegliere un conto deposito che sia senza penali in caso di svincolo delle somme senza costi aggiuntivi. Solitamente si ottiene indietro il capitale depositato o eventualmente un tasso base.
5. Liquidazione anticipata degli interessi. Alcune banche offrono la liquidazione anticipata degli interessi, questo significa che se il risparmiatore individua nuove opportunità, può prelevarli in anticipo e reinvestirli, o semplicemente utilizzarli per altre necessità senza svincolare le somme depositate.
6. Tieni conto del tasso netto, inutile dire che se una banca ti propone un tasso lordo del 5%, e poi per spese varie questo scende al 2%, è la stessa cosa di scegliere un conto deposito presso una banca che ti propone in maniera più pulita un tasso lordo del 3% ed un tasso netto del 2%.
7. Valuta eventuali servizi aggiuntivi, ad esempio conti correnti al deposito collegati.
Informazioni utili sui conti deposito
Prima di aprire un conto deposito devi sapere che:
1. Il conto deposito protegge dal default dell’ente emittente grazie al fondo interbancario di tutela dei depositi pari a 100.000 euro per ogni depositante.
Questo significa che se la banca che ti ha aperto un conto deposito dovesse avere difficoltà di qualsiasi genere e non essere più in grado di restituire il tuo deposito, grazie al fondo interbancario di tutela sarai tutelato fino a 100.000€
2. Su ogni conto deposito grava una imposta di bollo progressiva sugli interessi maturati, attualmente del 26% che riduce il tasso di rendimento netto.
3. Oltre all’imposta di bollo obbligatoria per legge, ogni banca può applicare altre spese o commissioni fisse quali:
costi operativi,
costi di apertura,
costi di deposito,
costi di trasferimento,
costi di chiusura del conto,
costi di rendiconto,
costi per versamenti successivi,
costi per prelievi,
Servizio di alimentazione.
4. I conti deposito online sono generalmente più convenienti dei conti deposito offerti dalle banche con diverse filiali fisiche (perché anche una banca online deve avere almeno una sede centrale fisica) perché hanno minori costi, ciò incide favorevolmente sul tasso di rendimento.
5. Se non hai particolari necessità scegli un conto deposito con somme vincolate piuttosto che quello libero perché garantisce un maggior rendimento.
Come si preannuncia il futuro dei nuovi e migliori Conti Deposito?
Accenniamo adesso, lo scenario politico-economico che li ha messi leggermente in crisi, ciò malgrado le forme di impiego alternative del capitale (ad es. investimento in titoli di stato) non si stiano mostrando certo più appetibili, visto l’attuale rendimento netto medio poco al di sopra dello 0% (0,037 per un Bot annuale).
Ci si attende un miglioramento progressivo per gli anni a venire della redditività di tale prodotto teso a remunerare il capitale depositato (e quindi investito), dato che con l’entrata in scena del governo Renzi vi è stato l’inatteso aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie al 26% che va ad incidere proporzionalmente sui rendimenti.
La situazione dei conti deposito è tornata quasi al livello della tassazione iniziale (27%) che era stata ridotta al 20%. La stangata fiscale sulle rendite finanziarie non era prevista in listino dalle banche ed è stata leggermente ammortizzata dal contesto di palese deflazione nel quale ci troviamo.
Uno dei principali fattori meno premianti dei conti deposito è la proporzionalità dell’imposta di bollo che va ad incidere sull’intero importo depositato (cambiamento introdotto dal governo Monti), la cui aliquota è stata ulteriormente aumentata nel 2014, passando dallo 0,10% iniziale allo 0,20%. Eliminato, in compenso, il tetto minimo di 34,20 euro.
A causa di tale costo, quanto più si deposita, tanto più si paga. Prima della proporzionalità, era prevista un’imposta di bollo fissa che le banche erano più propense a farsene carico.
Le banche, per il momento, per non scoraggiare l’investimento della liquidità si sono prese un po’ di tempo per migliorare l’offerta dei conti deposito e farli tornare come il prodotto preferito dai risparmiatori.
Nel frattempo hanno proposto i conti correnti remunerati che prevedono, in un’unica soluzione, la possibilità di sfruttare i vantaggi della remunerazione del conto deposito (tasso lordo medio annuale tra l’1% ed il 2,50%) senza l’obbligo del bollo proporzionale sui conti deposito ed avendo l’utilità, a canone zero, di tutti i principali servizi che offre un conto corrente di corrispondenza (bonifici, bancomat, rid automatici), ed a condizione che si vincoli una somma per un certo periodo di tempo.
Viene praticamente aperto un deposito a tempo, accessorio e non indipendente dal conto corrente. Nel caso dei conti correnti, a differenza dei conti deposito, ricordiamo che l’imposta di bollo è di 34,20, fisse e non proporzionali, da pagare solo per giacenze superiori a 5.000 euro.
Un’altra alternativa offerta dalle banche, sotto il nome di conti correnti remunerati, è basarsi non sullo stock di capitale lasciato in giacenza ma sulla giacenza media, considerando in un arco di tempo le movimentazioni attive e passive, in base a determinati parametri di calcolo stabiliti dalla banca.
Cosa hanno pensato le banche per continuare ad offrire allettanti conti deposito, sul fronte della previsione di prodotti conti correnti remunerati altamente competitivi?
– Porre a loro carico l’imposta di bollo proporzionale. Ciò dipende dall’offerta in promozione
– Introdurre, così come la formula canone 0 per i prodotti conti correnti, la formula a 0 spese per i conti deposito
– Prevedere, a loro discrezione, una contribuzione parziale del cliente all’imposta di bollo, tramite una quota fissa
– Abbinare il conto corrente, senza spese extra
– Prevedere offerte migliori per fette di importo (ad es. importi al di sotto dei 5.000 o importi al di sopra dei 18.000), in modo da garantire la copertura dell’imposta di bollo sia per chi comunque non la pagherebbe se dovesse aprire un conto corrente, sia per chi versa molto (effetto scala del volume di liquidità, parimenti apprezzato dalle banche).
– Migliorare l’offerta, in funzione della durata del vincolo. Ed, in effetti, per vincoli pari a 60 mesi si sta assistendo ad un rialzo dei tassi sino a ritornare alla precedente era del lancio promozionale dei primi conti deposito, in cui il rendimento lordo annuo sfiorava il 4%.
Quindi, a questo punto, non resta che ripensare alla formula Conti Deposito rendendola ancora più interessante attraverso:
– Un aumento dei tassi di rendimento netti, superando la soglia del 4% annuale, per più che compensare l’aumento dell’imposizione fiscale
– Vantaggi e bonus extra collegati a nuovi depositi, liquidità addizionale. Maggiore segmentazione del profilo cliente, tenendo conto che si tratta di un prodotto di investimento, così come inquadrato dal legislatore e non di mera provvista di fondi
– La capitalizzazione anticipata degli interessi, di solito non offerta per i conti correnti neanche nella formula remunerata, deve diventare il nuovo punto su cui lavorare per migliorare ancora di più l’offerta di nuovi conti deposito. La capitalizzazione posticipata degli interessi dovrebbe assicurare rendimenti migliori, dato che non offre il beneficio dell’immediato.
– L’abbinamento di nuove formule finanziarie, creative ed innovative, che premino la fedeltà del cliente. Mentre il deposito a tempo, abbinato al conto corrente, è di natura accessoria/facoltativa, il conto deposito è autonomo ed indipendente dal conto corrente (alcune banche potrebbero richiedere l’apertura di un conto corrente simultaneo da agganciare al conto deposito presso la stessa banca ma, in tale fattispecie, si tratta di due rapporti distinti e separati, in cui si ha bisogno di un punto di riferimento per il trasferimento/ritrasferimento dei fondi da un conto all’altro).
Va premiato il rapporto continuativo, magari facendo privilegiare la dimensione dinamica dell’investitore rispetto a quella statica del risparmiatore. Quindi, si potrebbe tenere conto anche di abitudini all’investimento o reinvestimento dei fondi ed interessi depositati, della media di movimentazioni generate, in integrazione al saldo liquido iniziale, e così via.
Ricordiamo che tutti i conti implicano la stesura di un contratto tra banca e cliente e viene sempre fatta salva la preziosa opportunità da parte di ogni singolo intermediario di sbaragliare la concorrenza con nuove ed innovative proposte.
I conti deposito sono sotto la lente d’ingrandimento per essere rilanciati, in modo più conveniente che mai. Aprirli è semplicissimo e l’offerta dei conti deposito intende premiare la flessibilità.